NAPOLI COME BOLZANO
Napoli come Bolzano !! Na,geah! Singulto dei sudtirolesi tutti: smarrimento ed indignazione..
Ma come! A Bolzano non c’è una cartina - per terra – neanche a buttarcela di nascosto!
Tranquilli conterranei ! non si tratta di rifiuti, almeno di quelli convenzionali, ma solo di discussa blasfemia applicata all’arte contemporanea, di sentimenti religiosi violati, di violenza al rispetto della croce e del suo dissenziente inquilino.
L’indesiderato gemellaggio è da far risalire all’esposizione - al Pan di Napoli - di un Cristo crocefisso, ingentilito da un preservativo che lo avvolge: opera d’arte contemporanea di tale Sebastiano Deva.
Putiferio! Insurrezione dei devoti napoletani. In breve la situazione precipita.
Sebastiano D. cerca di arginare la piena dichiarando “ Ho immaginato il viso di Cristo come avvolto in un sudario, a significare che egli è molto più vicino al dolore ed alla sofferenza di quanto noi possiamo immaginare “ . I napoletani fumano: ma questo ci vuole sfruguliare ? ( prendere in giro ndr ).
A furor di popolo la “cosa” viene trasferita e relegata in uno stanzino adiacente alle toelettes, ma ciò crea una certa confusione tra i curiosi dell’arte ed i deboli di vescica. Con insolito decisionismo, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino prende in mano la situazione , e stridula l’atteso, perentorio ordine definitivo: levatevillo!
Ordine eseguito - mai, prima, si era vista tanta obbedienza – con destinazione finale il termovalorizzatore di Acerra.
In tutto sto baillame qualcuno si ricorda della crociata Kippenberger e della relativa guerra santa. Ma tra i due casi la differenza è sostanziale: mentre Kippenberger ha voluto sbeffeggiare sé stesso e rappresentare la sua infelice succube condizione, Sebastiano D. ha creato un’opera artisticamente inconsistente, speculando sulle reazioni che, prevedibilmente, avrebbe scatenato. Come quando i pittori dilettanti o mediocri dipingono una crosta ed allora vanno dal corniciaio e ordinano la cornice più costosa, così Deva ha inteso incorniciare di provocazione una “crosta “. Nella fattispecie non è nemmeno il caso di elevare, nobilitandola, la provocazione ad insindacabile strumento di comunicazione.
La stessa interpretazione fornita da Sebastiano D., della propria opera, è da tenersi la pancia dal ridere, piuttosto che scandalizzarsi. D’altronde – ad un’analisi sommaria – sembra che il Cristo “preservato" sia nemmeno coerente con il format , EMERGENCY ROOM, nel quale era stato inserito.
Benedetto XVI° l’aveva preconizzato: il preservativo è sommamente pericoloso!
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omarbalzanelli